lunedì 12 dicembre 2016

L'uso dei test in psicologia dello sport

Il test è sicuramente qualcosa che suscita curiosità: da una serie di domande si arriva a grandi risposte, magari senza una relazione logica immediata. Più o meno tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo provato a farne uno su Facebook o su un giornale, trovando più o meno una corrispondenza tra l'idea che si ha di sé con quanto affermato dal risultato.
I test utilizzati dallo psicologo hanno un punto in comune con quelli "popolari": forniscono una risposta ad una domanda specifica. La differenza sostanziale è il lavoro che spesso è dietro ad ogni singola domanda, che nella maggior parte dei casi non lascia immaginare a quale conclusione possa portare. I test psicologici sono solitamente testati su un campione che fornisce uno standard di risposta a cui relazionare poi i risultati ottenuti. Spesso poi alla maggioranza di risposte A non corrisponde il profilo A, come accade magari autosomministrandosi: "Che tipo di lettore sei?" pubblicato sulla propria rivista preferita (precisando che non ho nulla contro questi giochi, che reputo comunque divertenti). Spesso poi richiedono un'interpretazione dei risultati e dei numeri da parte del professionista, il quale riesce a fornire loro un significato altrimenti abbastanza oscuro.
L'uso di questo strumento da parte dello psicologo ha la stessa utilità che ha una lastra per un ortopedico: permette di ottenere una risposta immediata ad una serie di quesiti dettati da una circostanza, che potrebbero venire indagati in altri modi, ma con tempi decisamente più lunghi. Per cui in un ambito in cui i tempi sono sempre molto ristretti, come in quello dello sport, diventa essenziale comprendere le dinamiche il più rapidamente possibile con la maggior corrispondenza alla realtà e la maggior efficacia.
I test da me utilizzati forniscono informazioni sulle dinamiche relazionali all'interno dei gruppi, sul modo in cui le capacità mentali di ciascuno vengono investite nell'attività sportiva, sulla motivazione all'allenamento ed al successo, sulle emozioni e le ansie, ecc. Diventano essenziali qualora vi siano difficoltà di gestione di alcuni aspetti tecnici o mentali o qualora sia necessario prendere decisioni.

domenica 4 dicembre 2016

COME PROCEDE IL PROGETTO - Under 18

La prima parte del progetto è basata sulla creazione di obiettivi raggiungibili, misurabili e con una scadenza ben precisa.
Per potersi migliorare è fondamentale che una squadra abbia ambizioni che vanno al di là della semplice vittoria. Infatti, se questa è l'obiettivo "finale" che ci si può prefiggere, è importante ideare una sorta di percorso a tappe che porta a questo.
Per agevolare il goal setting individuale, i giovani atleti hanno compilato un profilo di prestazione. Durante la restituzione individuale si valutano le capacità, l'autoanalisi di queste e su cosa lavorare in modo da migliorarsi.
Contemporaneamente con il gruppo è stato deciso un obiettivo da raggiungere in tempi abbastanza brevi. Il suo raggiungimento o no sarà spunto per un confronto collettivo e sarà indicativo per selezionare il successivo.
Tutto ciò nell'ottica che il gruppo è più della somma delle sue parti, per cui migliorandosi ciascuno e lavorando sulle proprie lacune, sarà possibile ottenere un miglioramento di tutta la squadra.